La normativa sulla Sicurezza sul Lavoro è ampia e in continua evoluzione, innumerevoli gli obblighi in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro; ma la gravità e la frequenza degli infortuni sul lavoro e il numero delle malattie professionali, indicano abbastanza chiaramente che il modo di affrontare il problema della sicurezza e della tutela della salute, nelle aziende italiane pubbliche e private necessita notevoli miglioramenti.
Gli obblighi di legge sono visti solo come tali e non come una strada da seguire per promuovere e sviluppare una “cultura della sicurezza” a tutti i livelli ed i cui influssi positivi si traducano in una migliore organizzazione/razionalizzazione dei processi aziendali con il conseguente aumento dell’efficienza produttiva.
È necessario determinare la “cultura della sicurezza dell’organizzazione” e cioè verificare la consistenza e la coerenza organizzativa finalizzate all’attività preventiva verificando e, se necessario, intervenendo sullo spessore della politica aziendale, sul livello delle competenze interne e sul grado di definizione dei ruoli e delle funzioni.
Progettare e attuare questo tipo di interventi non è semplice e necessita di competenze adeguate non sempre possedute da coloro che, all’interno delle aziende, hanno ricevuto l’incarico di guidare le stesse lungo un percorso in grado di portarle almeno a raggiungere e mantenere un livello accettabile di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
Si rende fondamentale il ricorso a consulenti che possiedono la capacità di:
- analizzare e valutare i processi organizzativi per la gestione della sicurezza;
- definire i reali bisogni delle imprese individuando le aree di intervento e consigliando le azioni specialistiche da adottare (sull’organizzazione, sui comportamenti, ecc..);
- individuare i malfunzionamenti dell’organizzazione aventi ricadute sulla sicurezza;
- determinare le azioni correttive da apportare.