Sostegno alle piccole e medie imprese: il Ministero dello Sviluppo Economico valuta la fattibilità del Piano Bridge per immettere liquidità nel mercato
Da diverse settimane, ormai, il Governo italiano, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dello Sviluppo Economico valutano una serie di misure a sostegno dell’economia nazionale messa in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Visti gli effetti di una pandemia globale, per supportare la liquidità delle imprese si è pensato bene di accrescere la garanzia offerta dallo Stato su prestiti a lungo termine. Si sono intensificati gli incroci tra il Ministero dell’Economia e il Ministero dello Sviluppo Economico per una linea d’azione comune e che sia capace di soddisfare tanto le esigenze dei lavoratori ( subordinati oppure autonomi) quanto degli imprenditori.
Al dicastero diretto da Stefano Patuanelli si studia un possibile rafforzamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese presenti sul territorio nazionale. L’agevolazione interesserà tutte quelle aziende con un minimo di 250 dipendenti e fino ad un massimo di 499 unità. Il ministro ha evidenziato che le operazioni coperte dal Fondo potrebbero essere rivisitate con una particolare attenzione ai finanziamenti che interessano un ampio arco temporale (15-20 anni).
Numerose proposte sulla politica economica da attuare sono giunte da esperti esterni al dicastero che saranno valutate nei prossimi giorni. Diverse fonti attendibili sottolineano che, nei prossimi giorni, il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe tenere una videoconferenza sul Progetto Bridge, promosso dall’associazione Minima Moralia, un gruppo di economisti e giuristi capeggiati dall’ex dirigente del Tesoro Fabrizio Pagani. Nello specifico, si tratta di un innovativo progetto che eroga finanziamenti a tasso zero, con garanzia gratuita piena del Fondo per le piccole e medie imprese , fino ad un massimo di tre mesi di fatturato, rimborsabili in 100 rate a partire dal 1 gennaio 2022. L’ unico obbligo per gli operatori economici sarà quello di mantenere i livelli occupazionali almeno per il primo anno dall’erogazione del prestito. In caso di mancato rispetto, si applicheranno condizioni meno vantaggiose come l’aumento del tasso d’interesse.
Una parte degli economisti invita a fare attenzione sulle possibili ricadute negative del Progetto Bridge
Un’azione onerosa ma concreta per colmare le perdite subite da moltissime aziende durante la chiusura forzata a causa del Coronavirus e per riportare il PIL, in pochi mesi, agli standard dello scorso anno. Un credito aggiuntivo rispetto a quello solitamente immesso dalle banche nel sistema economico. Alcuni esperti economisti, però, non escludono ricadute negative sul debito pubblico, ravvisabili nei prossimi anni, considerando la maestosità dell’operazione in questione dal punto di vista dei costi sostenuti dallo Stato.
Il finanziamento pubblico dovrebbe riguardare un’ampia platea di beneficiari oltre alle aziende, stando ad alcune indiscrezioni.