Codice Appalti 2023: Pubblicata In Gazzetta Ufficiale La Prima Modifica
In Gazzetta Ufficiale è giunta la prima modifica al Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36 recante “Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici“.
Gli operatori economici erano già consapevoli che prima del 1° luglio, data della piena operatività, sarebbero arrivate delle modifiche.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29/05/2023, n. 124 del Decreto-Legge 29 maggio 2023, n. 57 recante “Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico“, la decisione è stata quella di anticipare i tempi con una modifica che è già operativa.
Quest’ultima, però, dovrà passare la lente del Parlamento con la conversione in legge per capire se sarà confermata, o se sarà integrata di ulteriori correzioni al testo del Codice Appalti 2023.
Nello specifico, l’art. 2, comma 1 del D.L. n. 57/2023 interviene modificando l’art. 108 “Criteri di aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi e forniture”, comma 7, quinto e sesto periodo, del D.Lgs. 36/2023.
Di seguito vediamo nel dettaglio la parte che è stata modificata.
Art. 108, comma 7, D.Lgs. n. 36/2023:
PRE CORRETTIVO
Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198. La stazione appaltante verifica l’attendibilità dell’autocertificazione dell’aggiudicataria con qualsiasi adeguato mezzo.
POST CORRETTIVO
Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46 -bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.