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Appalti Pubblici E Strumenti Di E-Procurement: Il Ruolo Del RUP

By consulteam inAppalti pubblici

Nel XXI secolo, il settore degli appalti pubblici è molto cambiato, dove gli strumenti elettronici hanno fatto il loro ingresso nelle procedure di affidamento.

Con l’avvio del programma di razionalizzazione della spesa pubblica e l’introduzione del sistema telematico gestito da Consip per conto del MEF è stato avviato un processo di digitalizzazione noto come e-procurement. Il primo Codice dei contratti del 2006 ha introdotto, infatti, la possibilità di svolgere aste elettroniche e di realizzare sistemi dinamici di acquisizione.

La piattaforma telematica delle convenzioni quadro e del mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA) è stata resa obbligatoria per le pubbliche amministrazioni nel 2012 e infine è stata messa a disposizione di tutte le stazioni appaltanti con il Codice del 2016.

A partire dal 2018, invece, tutte le amministrazioni aggiudicatrici hanno dovuto introdurre l’utilizzo di strumenti ICT (Information and Communications Technology) anche per gli affidamenti fatti in autonomia.

In questo contesto il ruolo del RUP (Responsabile Unico di Progetto), la figura chiave nel ciclo vita di ogni appalto, si è molto modificato in quanto l’innovazione tecnologica ha cambiato diverse fasi ed attività del processo di scelta del contraente.

Il RUP, oggi, deve fare i conti con la digitalizzazione delle procedure, con cui il legislatore ha provato a definire una standardizzazione dei sistemi telematici per la gestione delle gare. Si tratta di un regolamento che demanda ad un successivo intervento dell’AgID (Agenzia per l’Italia digitale) la definizione di linee guida che stabiliscano specifiche tecniche comuni.

Con l’approvazione del nuovo Codice, si dovrà attendere ancora perché le stazioni appaltanti sappiano esattamente come devono affidare i servizi tecnologici necessari per realizzare l’attività contrattuale mediante strumenti telematici di acquisto e negoziazione.

La spinta verso l’innovazione richiede, però, di soffermarsi su alcune questioni che sono state trascurate. Ad esempio, la presentazione delle offerte attraverso sistemi telematici determina una esternalizzazione di alcuni passaggi cruciali relativi alle procedure. In particolare, rispetto ad una gara tradizionale, le procedure telematiche non consentono al RUP di verificare immediatamente l’integrità delle proposte dei concorrenti.

Prima la tempestività delle offerte era sancita dall’intervento dell’ufficiale del protocollo che con il proprio timbro attestava il giorno e l’ora di ricezione del plico. Allo stesso modo il RUP, in una seduta pubblica, procedeva a verificare l’integrità delle buste ed il relativo contenuto.

Con i sistemi telematici queste attività sono demandate direttamente allo strumento elettronico che registra quanto avviene sulla piattaforma. Il RUP, la commissione giudicatrice ed i concorrenti devono affidarsi e di conseguenza fidarsi di quanto indica il sistema sviluppato dal fornitore della stazione appaltante.

Diventa così rilevante affrontare il tema della sicurezza informatica visto che non è più un pubblico ufficiale ad accertare tempestività ed integrità delle offerte.

Il nuovo Codice sembra trascurare completamente questa delicata questione anche se introduce una parte dedicata alla digitalizzazione del ciclo di vita del contratto.

Infine, si introduce una certificazione delle piattaforme rilasciata dall’Agenzia per l’Italia Digitale che potrà finalmente dare indicazioni chiare sulle modalità tecniche che non lascino incertezze su tempestività ed integrità. L’ultima parola sembra sia affidata comunque all’aggiudicatario della gara per l’individuazione della piattaforma di approvvigionamento digitale.

 

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