ANAC Alle Stazioni Appaltanti: Attenzione Ai Codici CPV
Con il Comunicato del 9 maggio 2023, il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Giuseppe Busia, al fine di evitare errori e incongruenze, ha invitato le stazioni appaltanti a prestare più attenzione nell’individuare i codici per gli appalti pubblici CPV (Common Procurement Vocabulary) da indicare nelle procedure di affidamento.
Nell’ambito dell’attività di vigilanza è emerso che spesso le stazioni appaltanti ricorrono a errori dovuti all’incongruenza tra la prestazione identificata dal codice CPV prescelto e l’effettivo oggetto del contratto da affidare.
L’ANAC ricorda che, l’utilizzo dei CPV nei formulari è obbligatorio dal 1° febbraio 2006 ed è utilizzato per descrivere l’oggetto dei contratti da affidare. Viene utilizzato a fini statistici e di raccolta dati, ma la sua funziona primaria è quella di uniformare e standardizzare la descrizione dell’oggetto della gara indicato nel bando, fornendo un riferimento comune in tutte le lingue dell’Unione europea.
Il corretto utilizzo del CPV consente di rimuovere le barriere linguistiche e di eliminare gli errori di traduzione, garantendo una maggiore trasparenza delle procedure ed un incremento della concorrenza transfrontaliera.
Gli operatori economici, tramite i codici CPV, possono ricercare nel TED, la banca dati elettronica dove sono pubblicati tutti i bandi europei, le gare pubbliche relative ai propri campi di interesse.
Il CPV comprende un vocabolario principale e un vocabolario supplementare:
- il vocabolario principale poggia su una struttura ad albero di codici che possono avere fino a 9 cifre, ai quali corrisponde una denominazione che descrive le forniture, i lavori o servizi, oggetto del contratto;
- il vocabolario supplementare può essere utilizzato per completare la descrizione dell’oggetto degli appalti. Esso è costituito da un codice alfanumerico, al quale corrisponde una denominazione che consente di fornire ulteriori dettagli sulla natura o la destinazione specifiche del bene da acquistare.
La ricerca e la selezione della voce o delle voci CPV del vocabolario principale che descrivono l’oggetto del contratto, costituiscono il momento fondamentale per assicurare la corretta informazione al mercato.
Al fine di non commettere errori, le stazioni appaltanti devono individuare il CPV più in linea possibile con l’acquisto che intendono effettuare.
ANAC, in conclusione, ha raccomandato alle stazioni appaltati:
- di porre la massima attenzione nell’individuare il codice CPV del vocabolario principale, verificando che l’oggetto del contratto da affidare risulti coerente con la prestazione identificata dal codice CPV prescelto, sia con riferimento alla descrizione della prestazione, sia con riferimento alla struttura gerarchica nella quale tale CPV è inserito;
- di individuare codici CPV del vocabolario principale con un livello di classificazione non inferiore alle categorie, ossia codici con almeno cinque cifre che indichino, quindi, divisione-gruppo- classe-categoria. Livelli di classificazione inferiori non garantiscono una descrizione sufficientemente specifica dell’oggetto della procedura.
Trasparenza, pubblicità e tutela della concorrenza sono funzionali a garantire efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa, pertanto un codice CPV errato, determina una violazione del principio di buona amministrazione, impedendo un miglior utilizzo delle risorse pubbliche.
Infine, comunicare un CPV errato all’ANAC potrebbe costituire la comunicazione di un’informazione non veritiera, con conseguente possibile applicazione di sanzioni nei confronti della stazione appaltante.