OICE: Chiarimento sull’equo compenso
L’OICE, L’Associazione delle società di ingegneria e architettura, aderente a Confindustria, si è pronunciato sul rapporto esistente tra la Legge n. 49/2023 sull’equo compenso (entrata in vigore il 20 maggio 2023) e il D.lgs. n. 36/2023 di riforma del Codice dei contratti (diventato operativo a partire dall’1 luglio 2023).
L’l’ipotesi di gare pubbliche a prezzo fisso determinerebbe un aumento della spesa pubblica del 30% e metterebbe a rischio tutte le procedure per servizi professionali bandite dopo il 20 maggio.
L’OICE si chiede, alla luce dell’equo compenso e considerato che la relativa legge vale anche nei rapporti con la pubblica amministrazione, se le gare di progettazione saranno a importo fisso e valutate sulla qualità oppure saranno concessi i ribassi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
L’Associazione ha segnalato i rischi di un mancato coordinamento tra il Codice dei contratti e la legge sull’equo compenso. Secondo quest’ultima sarebbe da evitare la “strana ipotesi di impostare le gare per servizi tecnici con prezzo fisso e ribasso sulle sole spese e quelli connessi ad un eccessivo restringimento del mercato con la richiesta di requisiti su solo tre anni“. Ancora, “La legge 49 è una conquista importante – afferma Giorgio Lupoi, Presidente OICE – parte da presupposti condivisibili e tutela giustamente, soprattutto nel settore privato, i professionisti che operano in posizione di asimmetria e debolezza rispetto ai committenti, ma la sua estensione al settore pubblico deve essere coordinata per evitare ritardi e contenziosi”.
Secondo OICE, però, esisterebbe una criticità per il fatto che i compensi ministeriali per le prestazioni tecniche, oggi recepiti negli allegati al codice appalti, in base alla Legge 49 se violati comportano la nullità delle clausole contrattuali e l’impugnabilità degli esiti delle gare da parte di qualunque professionista, una situazione che mette a rischio ogni gara, da quelle del PNRR a tutte le altre. Non è peraltro un caso che a luglio soltanto due siano state le gare di progettazione emesse con le regole del nuovo codice, comunque sempre con ribasso sui compensi. Adesso però, in linea teorica, queste due gare e tutte le altre bandite dal 20 maggio, data di entrata in vigore della legge 49, in poi potrebbero essere a rischio per violazione dell’equo compenso.
Altra criticità su cui si concentra OICE è quella relativa ai requisiti di partecipazione.
Il nuovo Codice, infatti, avrebbe previsto una riduzione del lasso temporale su cui calcolare i requisiti di accesso alle procedure di gara, indicando un periodo di riferimento di appena 3 anni, a differenza della normativa precedente che prevedeva un periodo di 10 anni.
Data l’importanza delle due problematiche sollevate, il Presidente OICE ha chiesto a Governo e Parlamento di “provvedere a fornire le indicazioni opportune con l’obiettivo di dare piena attuazione al Codice favorendo la realizzazione delle opere, la crescita del mercato e delle professionalità evitando, invece, derive anacronistiche e dannose per il sistema”.