CODICE DEGLI APPALTI: UE BOCCIA LA PREVISIONE DELLA TERNA DEI SUBAPPALTATORI
Attraverso una serie di rivisitazioni, che potrebbero rientrare nel disegno di Legge di delegazione europea 2019, l’Italia dovrebbe uniformarsi alle direttive dell’Unione Europea. Tra le possibili modifiche, potrebbe presentarsi l’eliminazione dell’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori nella fase dell’offerta. Si ricorda che la Commissione Europea ha già avviato una procedura d’infrazione (infrazione 2018/2273) nei confronti del nostro Paese in quanto il Codice degli Appalti non rispetta i principi fissati nelle Direttive UE con riguardo ai contratti pubblici. Dunque, la nuova bozza della Legge di delegazione Europea potrebbe comportare l’abrogazione degli articoli 105 e 174 del Codice degli Appalti e segnare la fine di quel procedimento che porta alla definizione della terna di subappaltatori nella fase dell’offerta. Si sottolinea, poi, che la misura della quale si parla è sospesa fino al 31/12/2020 dal decreto ‘Sblocca Cantieri’.
L’articolo 105, comma 2 del Codice dei contratti limita al 30% [al 40% fino al 31/12/2020] la parte dell’appalto che l’offerente può subappaltare a terzi.
Le importanti modifiche all’articolo 80 della normativa sui contratti pubblici
La bozza del documento dovrebbe implicare la modifica dell’articolo 80 avente ad oggetto le cause di esclusione. Si vorrebbe concedere alle Stazioni Appaltanti la possibilità di escludere gli operatori economici quando siano dimostrabili delle violazioni gravi, pur se non definitivamente accertate, ma dimostrabili, relativamente a irregolarità nel pagamento di imposte e tasse. È garantita la presenza, invece, agli operatori economici in una situazione di regolarità fiscale e contributiva, anche in presenza di piani di rientro. Allo stato attuale, l’esclusione di un operatore, dalla partecipazione ad una gara, può essere comminata, esclusivamente, nel caso in cui fossero accertate delle irregolarità, definitivamente accertate, nei pagamenti delle tasse e dei contributi previdenziali.
Le valutazioni della Corte di Giustizia sul Codice degli appalti
La Commissione Europea, da molto tempo, considera il Codice degli Appalti come illegittimo ed un elemento confliggente con i limiti imposti dalle direttive europee. A settembre, una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C 63/18) ha ribadito il rifiuto dell’UE ai limiti dettati nel Codice degli appalti. Si tratta, nello specifico, di limitazioni, riferibili alla pratica del subappalto, che si presentano contrarie al diritto comunitario e inutili nel contrasto alla criminalità, secondo il giudizio della Corte del Lussemburgo.
I sindacati nazionali sono pronti a dare battaglia e a difendere l’impostazione attuale del Codice
I sindacati nazionali, primo su tutti Fillea Cgil, sono di contrario avviso rispetto al giudizio espresso dalla Corte del Lussemburgo sul Codice degli Appalti e sono convinti che le restrizioni sul subappalto siano giustificate dalla complicata situazione interna. Lo strumento è percepito in Italia come un esempio di rincorsa al massimo ribasso e agli extra profitti. Esso, in molte occasioni, permette di aggirare le leggi interne e i contratti collettivi. Qualora la situazione attuale dovesse peggiorare, la risposta di lavoratori e lavoratrici nel settore delle costruzioni si tradurrà in una mobilitazione nazionale.