Al MiSE il tavolo tecnico per il confronto sulle norme per la ripresa dell’Edilizia
Si è svolto al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) il tavolo sull’edilizia, presieduto dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui hanno partecipato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le associazioni e i sindacati del settore edile.
Obiettivo dichiarato dell’incontro è stato quello di avviare un confronto per individuare nuove misure e verificare gli strumenti esistenti che diano risposte funzionali al rilancio di un settore che, pur rappresentando una parte importante della politica industriale del Paese, vive un periodo di crisi che dura ormai da oltre un decennio. Crisi che non si è attenuata neanche negli ultimi anni di timida ripresa, con un calo costante dei lavoratori che ha fatto chiudere l’ultimo decennio cin un saldo negativo di 549mila unità.
Al tavolo sull’edilizia il Ministro Patuanelli ha confermato alcune misure contenute all’interno della Legge di Bilancio per il 2020 di prossima approvazione, tra le quali:
- le misure relative al Piano Casa;
- la proroga al 31 dicembre 2020 delle detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione degli edifici;
- la proroga degli incentivi del Piano Impresa 4.0, ulteriormente potenziato e semplificato al fine di ampliare la platea dei beneficiari;
- la proroga della cosiddetta norma Fraccaro (resa strutturale), che sostiene investimenti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile dei comuni.
In riferimento alle detrazioni fiscali per il settore dell’edilizia, si è valutata la possibilità di modificare alcune misure agevolative al fine di meglio adattarle meglio alle esigenze del settore.
Come riportato in un comunicato del MiSE: “Nei loro interventi, sia le associazioni di categoria che i sindacati hanno manifestato apprezzamento per la convocazione e l’attenzione dimostrata per un settore che si trova in difficoltà da molti anni e che adesso necessita di interventi immediati, per i quali tutti si sono detti disponibili a proseguire il confronto. Al termine dell’incontro, i partecipanti sono stati invitati dal Ministro ad inviare i loro contributi entro la metà di gennaio, in modo da permettere la definizione di un calendario di tavoli tecnici che vedano il MiSE e gli altri Ministeri coinvolti nella definizione di proposte operative”.
L’analisi di FINCO
Critico il punto di vista di FINCO che sul Tavolo tecnico ha affermato che avrebbe dovuto avere un orizzonte più ampio e guardare al settore delle costruzioni nel suo complesso e non solo l’edilizia che rappresenta solo una parte del più vasto e articolato sistema delle costruzioni.
Secondo la Federazione delle opere specialistiche il Ministro nell’ambito dell’informativa sulle crisi aziendali alla Camera dei Deputati ha preso in considerazioni due tipi di crisi:
- quella che riguarda i settori obsoleti
- quella che riguarda la singola azienda
non ha preso, però, in considerazione un terzo tipo di crisi:
- quella che riguarda i settori che sono in crisi per un blocco globale del sistema economico causato da una spirale recessiva complessiva e che non ha trovato sostegno in una politica industriale di settore di lungo corso.
In riferimento all’assenza di una politica industriale per il settore delle costruzioni, FINCO ha attribuito le cause alla bipartizione delle competenze tra MIT e MISE. “La diarchia – afferma FINCO – ha fatto verosimilmente passare in secondo piano il ruolo di supporto e di “sviluppo economico” che il MISE dovrebbe avere anche nei confronti di questo settore, accentuando il solo ruolo di “regolazione” del MIT”.
Di seguito le tematiche di interesse per il settore dell’edilizia analizzate da FINCO.
- Riqualificazione energetica: Bene l’ipotesi di conferma nella Legge di Bilancio per il 2020 (art 19) del bonus per efficienza energetica e sismica (anche se limitato ad un solo anno). Sarebbe, però, necessario:
- Stabilizzazionedelle detrazioni fiscali nel tempo (anche con graduazione del tempo di ritorno dell’intervento in maniera inversamente proporzionale alla detrazione conseguita – più è lungo il tempo di recupero, più è alta la percentuale di detrazione);
- Ripristino 65% per serramenti e schermature solari(ora 50%), a prescindere dai lavori condominiali. Sono misure semplici, alla portata economica dei consumatori e facilmente riconoscibili nel panorama degli interventi;
- Percentuale di detrazione per riqualificazione energetica, comunque superiore a quella per le ristrutturazioni “semplici” per stimolare gli interventi di efficienza energetica.
- Sisma bonus – stabilizzazione ma anche miglioramento dei meccanismi di funzionamento.
- Bonus facciate: (detrazione al 90% in via di definizione nell’ambito della Legge di Bilancio 2020). Presentato emendamento 25.2000 da parte dei Relatori Accoto e Stefano per applicazione alla sola parte opaca delle facciate nelle zone A e B, con applicazione limitata alle persone fisiche; prevista anche riduzione al 50% per gli altri soggetti. Se è comprensibile l’applicazione alla sola facciata esterna, non si comprende, viceversa, ostracismo verso la parte trasparente: rappresenterebbe una grande complicazione applicare due diversi bonus a trasparente ed opaco.
- Legge Crescita (L58/19) Art. 10, non condivisibile lo sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione energetica e sismica. Andrebbe abolito.
(n.d.r. sconto in fattura abrogato dopo l’approvazione di un emendamento al disegno di legge di Bilancio per il 2020 ) - Ecoprestito come alternativa all’art. 10 del DL Crescita per stimolare interventi su vasta scala anche per soggetti fiscalmente incapienti.
- Ritenuta 8% sui bonifici per gli interventi di riqualificazione energetica (ex L 194/2014 – Legge di Stabilità per il 2015). E’ un anticipo di tassazione su futuri (ipotetici guadagni). Prelievo ingiustificato anche alla luce della fatturazione elettronica intesa quale strumento per verificare le transazioni ed evitare lavoro nero . Si applica solo alle imprese italiane, con che vengono, quindi penalizzate rispetto ai concorrenti esteri. Andrebbe abolito o ridotto all’originario 4%.
- Anticipazione alla SA dei contributi previdenziali sulle retribuzioni dei dipendenti di appaltatori e subappaltatori (art. 4 DL 26 ottobre 2019, n. 124 – Decreto Legge c.d. Fiscale) per appalti superiori a 200.000 euro: rappresenta un appesantimento ed una grave complicazione per le imprese.
- Appalti – regole applicative in via di definizione (Regolamento Unico).
Per evitare crisi aziendali negli anelli più deboli della catena è necessario:
- Valorizzare le imprese seriamente qualificatesulla base di evidenze oggettive legate a know-how, attrezzature ed idonee professionalità. Se non si cerca la qualità nell’impresa e non si sgombra il campo dalla concorrenza sleale di imprese che si qualificano senza alcun requisito di “materialità”, quelle che sono maggiormente strutturate sono destinate ad entrare in crisi per i maggiori costi che devono affrontare;
- Formalizzare un modello di “contratto di subappalto tipo” che ripercuota sul subappaltatore gli stessi oneri che l’appaltatore ha nei confronti della SA; la richiesta, infatti di oneri e garanzie supplementari non richieste dalle SSAA assieme ai pesanti ritardi nei pagamenti (anche quando la SA ha già saldato), spesso mettono il subappaltatore in gravissime difficoltà;
- Procedere al pagamento diretto, generalizzato e puntualeda parte della SA al subappaltatore e ad ogni altro soggetto subcontraente – come i noleggianti a caldo o i membri dei RTI.
- Split payment – che la PA versi IVA direttamente all’Erario e non al fornitore/prestatore di lavoro rappresenta un problema per le imprese che, nella maggior parte dei casi, sono sempre a credito IVA nei confronti dell’Erario, non avendo un giro d’affari sufficiente a compensare l’IVA in eccesso.
Problemi specifici si creano negli appalti anche nel caso di Raggruppamenti Temporanei di Impresa in cui la mandataria riceva pagamento senza IVA da parte della SA, ma deve poi versare con IVA alle mandanti il dovuto. - Reverse charge – molte delle attività di costruzione sono soggette al meccanismo dell’inversione contabile dell’IVA che prevede uno spostamento del carico tributario IVA dal venditore all’acquirente /dal cedente al cessionario/ dal prestatore al committente (attività di installazione e finiture tra queste), con conseguente pagamento dell’imposta da parte di quest’ultimo.
Posto che il meccanismo si applica solo a soggetti residenti in Italia, di fatti rappresenta un appesantimento dell’attività di impresa. - Altri temi di interesse generale:
- riduzione pressione fiscale,
- snellimento adempimenti burocratici,
- riduzione tempi della giustizia