Al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, negli ambienti di lavoro non sanitari, innumerevoli sono le disposizioni governative che si susseguono, secondo lo stato di emergenza.
In allegato al DPCM del 11 giugno 2020 troviamo le linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive nonché i “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 e integrato il 24 aprile 2020, oltre ai protocolli condivisi di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID – 19 nei cantieri e nel trasporto e della logistica.
I suindicati, provvedimenti, nel rispetto di tutte le disposizioni adottate dal governo dall’inizio della pandemia, contengono le linee guida condivise tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio, che garantiscano condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro oltre alle modalità lavorative.
Qualora non si riesca a proseguire nel rispetto del Protocollo, le aziende potranno, ricorrere allo smart working e agli ammortizzatori sociali e ad eventuali altre soluzioni organizzative straordinarie al fine di contrastare il dilagare dell’infezione.
È obiettivo prioritario del PROTOCOLLO coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative.
Al fine di adottare correttamente le disposizioni presenti nel Protocollo va favorito il confronto preventivo con le rappresentanze sindacali presenti nei luoghi di lavoro, e per le piccole imprese degli RLS e degli RLST, tenendo conto della specifica condizione di ogni processo produttivo e di ogni opificio.